Al primo piano della palazzina si può visitare il suo studio, con la biblioteca, dove restano raccolti i suoi libri e la corrispondenza con altri grandi della letteratura sarda del 900 Grazia Deledda, Sebastiano Satta e Antioco Casula detto “Montanaru”.
Segue la cucina con forno a legna, la camera da letto e una sezione dedicata ai costumi.Ai piani inferiori è stata sviluppata la parte prettamente etnografica del Percorso Museale.
Nell’eseguire l’allestimento è stata curata con particolare attenzione la parte relativa al commercio, tanto cara ai seuesi, riproponendo l’allestimento di un locale commerciale di fine 800 laddove in origine era stata ubicata un’attività commerciale.
Di particolare interesse è la sezione dedicata all’emigrazione, che ha colpito molti paesi dell’Isola, colpendo indiscriminatamente tutte le famiglie sarde.
Fra il materiale esposto è importante ricordare i documenti della famiglia Bissiri, genia di inventori, architetti, insegnanti.
Nel primo piano interrato hanno trovato ospitalità gli strumenti delle attività più rappresentative della comunità seuese, e che sono la testimonianza del sistema di produzione e consumo del passato. Il materiale esposto, infatti, fa parte delle attività tradizionali di Seui; così troviamo gli attrezzi del contadino “su massaiu”, del muratore “su maistu de muru”, del falegname “su maistu de linna”, del fabbro ferraio “su ferreri”, con la ricostruzione di una fucina degli anni venti.
Nel secondo piano interrato vi è la cantina con i particolari torchi per vinacce rettangolari e in legno o l’enorme alambicco il cui numero di serie è “Cagliari 0001”.